Tokyo investe oltre un miliardo e mezzo di euro per sviluppare celle solari di nuova generazione in perovskite, una tecnologia destinata a rivoluzionare il settore.
Il Giappone lancia la sfida alla supremazia cinese nel settore fotovoltaico con una tecnologia innovativa: le celle solari ultrasottili in perovskite. Il governo di Tokyo ha stanziato oltre un miliardo e mezzo di euro per incentivare la produzione di questa nuova generazione di pannelli, considerati dagli esperti il futuro dell’energia solare grazie alla loro leggerezza, flessibilità e maggiore efficienza rispetto ai tradizionali moduli in silicio.
Perché puntare sulla perovskite?
Le celle solari in perovskite sono circa 20 volte più sottili dei pannelli fotovoltaici convenzionali e possono essere applicate su una vasta gamma di superfici, dagli impianti sportivi agli aeroporti, fino ai grattacieli. Questo le rende particolarmente adatte a un Paese come il Giappone, caratterizzato da un territorio prevalentemente montuoso e con spazi limitati per i grandi parchi solari, al contrario di Stati Uniti e Cina.
Scoperta nel 1839 dal mineralogista russo Lev Perovski, la perovskite è un minerale che offre un’efficienza superiore rispetto al silicio nella conversione della luce solare in energia. Oltre a essere un eccellente conduttore, è anche più economico da estrarre e lavorare, permettendo la realizzazione di pannelli sottilissimi e altamente performanti.
L’obiettivo: l’equivalente di 20 centrali nucleari entro il 2040
Il governo giapponese punta a installare una quantità di celle solari in perovskite sufficiente a generare l’equivalente di 20 centrali nucleari entro il 2040, contribuendo così all’obiettivo nazionale di coprire il 50% del fabbisogno elettrico con fonti rinnovabili. Per accelerare il processo, ha già destinato quasi un miliardo di euro in sussidi alla Sekisui Chemical, azienda leader nello sviluppo di questa tecnologia.
Attualmente, la Cina domina il mercato globale del fotovoltaico, producendo l’85% delle celle solari e il 79% del polisilicio necessario per la loro fabbricazione. Tuttavia, le celle in perovskite utilizzano lo iodio come elemento chiave, un materiale di cui il Giappone e il Cile sono tra i principali fornitori mondiali. Questo potrebbe ridurre la dipendenza da Pechino nelle catene di approvvigionamento e rafforzare la sicurezza energetica giapponese.
Un’innovazione perfetta per le metropoli del futuro
Al momento, la produzione di celle in perovskite è più costosa rispetto a quella dei pannelli in silicio. Tuttavia, la produzione su larga scala promette una riduzione significativa dei costi, seguendo un percorso simile a quello del fotovoltaico tradizionale. Inizialmente, il mercato principale potrebbe essere rappresentato da metropoli asiatiche densamente popolate come Tokyo, Taipei e Singapore, dove lo spazio è limitato e l’efficienza energetica è una priorità.
La Sekisui Chemical ha già risolto una delle principali sfide tecniche della perovskite: la vulnerabilità all’umidità. L’azienda prevede di investire 1,2 miliardi di dollari per produrre 1 gigawatt di celle entro il 2030, con l’obiettivo di renderle competitive con i pannelli in silicio. Il Giappone, inoltre, ha istituito il Green Innovation Fund da 12,5 miliardi di euro per finanziare progetti innovativi nel settore delle energie rinnovabili.
Dallo spazio alla Terra: il Giappone sperimenta nuove soluzioni energetiche
Oltre alla perovskite, il Giappone sta esplorando altre soluzioni per l’energia rinnovabile. Il gruppo Japan Space System ha recentemente testato un sistema per trasmettere energia solare dallo spazio alla Terra sotto forma di microonde, un esperimento che potrebbe aprire nuove prospettive per il futuro dell’approvvigionamento energetico.
Anche in Italia, l’ENEA sta conducendo studi sui pannelli in perovskite, ma è il Giappone ad aver scommesso più di tutti su questa tecnologia, investendo ingenti risorse per trasformarla da promessa scientifica a realtà industriale.
Con questa strategia, Tokyo mira non solo a ridurre la dipendenza dalla Cina, ma anche a posizionarsi come leader nella transizione energetica globale.